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la biblioteca

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La biblioteca , quella in via del Pincio era fra le più antiche di Milano, e lui c’era sempre stato, o almeno così dicevano i pochi che la frequentavano.

Di solito i bibliotecari tengono i libri ordinati negli scaffali, registrano con meticolosità gli utenti e scrutano coloro che vengono a prendere in prestito i libri, come se volesse mettere a nudo i loro pensieri .
Ma lui era diverso, sapeva dove erano sistemati tutti i libri e spesso li lasciava respirare sopra i tavoli , li spostava delicatamente da un posto all’altro per fargli vedere la luce che passava dalle grandi e alte finestre ; lui sapeva bene a chi consegnare la sua preziosa merce, se non sentiva amore per i libri con gentilezza sussurrava che quel libro non era in biblioteca .
Quel luogo non era molto frequentato, con l’uso massiccio di internet, la biblioteca era diventata un posto ameno, adatto alla gente un po’ retrò che amava ancora l’odore della carta, il fruscio delle pagine che vengono voltate e la magia di quel posto silenzioso ma carico di parole.
Lo sapeva bene lei che si recava lì quasi tutti i pomeriggi.
Lucia non poteva fare a meno di andare lì, e Morgan l’aspettava , il libro era sopra un tavolo nella zona riservata a chi voleva stare in disparte.
Morgan sceglieva con cura il libro, come un amante sceglie il luogo dell’incontro.
Lucia si preparava ad entrare il biblioteca, come una donna si prepara ad un incontro d’amore .
I loro sguardi si incrociavano dal momento che lei entrava ,il bibliotecario la seguiva con gli occhi, il suo incedere lento e sinuoso, le gambe lunghe e magre , il suo fondoschiena , e come faceva sempre si voltava e lo fissava con quegli occhi magnetici , cerulei.
Era il solito gioco che si consumava fra le mura di quel posto….
(continua)

Pubblicato in: racconti

Leggere.

Leggere come piume…o leggere tanti libri.

Lo so non c’entra niente ma la stessa parola serve, almeno a me.

Le cose vanno prese con leggerezza, spensieratezza e libertà, che non significa suprficialità…intendiamo.

E poi bisogna leggere. 

Ecco a cosa serviva il secondo significato, degli stessi caratteri inseriti in nella parola “leggere”.

Bisogna leggere per scrivere, leggere per capire ed apprendere, leggere per imparare…anche a scrivere.

Ostinarsi a scrivere in un modo, quando lo stesso modo non soddiasfa nemmeno chi scrive è come continuare a sbagliare e compiacersi di farlo!!!!

Non ci sono colpe o responsabilità…ci sono solo tempi da attendere! 

Il 2016? …lasciamo perdere, pensiamo al 2017…qui e ora!

Pubblicato in: racconti, senti...menti

Boh…emien

11805796_10206917696637866_694745755_nBohemien! che bella parola! a volte mi piacerebbe condurre una vita da bohemien , melanconica , anticonformista,pure povera!ma libera…da cosa poi non so .

quindi mi limito a vivere una vita boh…..

buona serata a chi leggerà!

Pubblicato in: racconti

Senza titolo.

A cosa serve un blog condiviso se non viene usato? A cosa serve ?  

Non ricordo quanto tempo è  passato…forse un anno? 

La voglia di scrivere sta pian piano esaurendosi .

Matteo latita, drl resto  mi pare giusto! Ho smesso di stupire con effetti speciali da  un bel po’  di tempo….

Anche gli auguri di Natale sono stati banali.

Per non parlare di quelli di fine anno.

Anche i sassi si sarebbero stancati! E si sarebbero presi a martellate da soli,fino a ridursi in polvere.

Benvenuto 2017 .

Qui ho chiuso. 

Buon multiverso a tutti.

Alice.

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sigaretta

Qualcuno cantava “sigarette la mattina lalalalalalà” ed io ho deciso di smettere di  fumare, di solito le mie decisioni epocali le prendo a raffica, più sto a pezzi e più decisioni drastiche prendo!

Una stranezza, quando tutto va storto nella mia mente contorta scatta questo meccanismo: sto male perchè mi sono rotta le scatole? aggiungo il male al male e cerco di stare, se possibile, ancora più male!

Qualcuno direbbe che smettere di fumare fa bene alla salute, tante cose fanno bene alla salute ma fanno male all’anima  (controsenso) fa bene smettere di amare, smettere di credere negli altri….insomma quando capisci che sei sola in questo universo e te la puoi cavare lo stesso , puoi anche smettere di fumare.

Puoi pure mandare a quel paese i tuoi progetti più ambiziosi….tanto non se ne accorge nessuno! ma non puoi mandarti al diavolo da sola….per quello ci pensano gli altri, e alcuni ci riescono pure bene; altri meno bene poichè continuano a perseverare nelle loro bugie .

Bene , dopo questo immane pippone, che nessuno leggerà ( me lo auguro) vado a dare un senso alla mia vita…

Alice mozzicone-sigaretta

 

 

 

Pubblicato in: racconti, senti...menti

Binari alternativi di vita.

 

Da dove inizio? Dal mio nome , mi chiamo Elisa, non di  Rivombrosa, l’errore comune che fanno in molti è quello di associare il nome di una persona appena conosciuta col nome di un’altra , famosa o no, ma conosciuta, quasi a voler accomunarne pure la personalità.

Ora,  mi chiamo Elisa e sono unica ed irripetibile! (come tutte le persone di questa terra) e qui scatta il meccanismo  che non riesco a capire:  dico terra e la mia testa parte , penso a panorami mozzafiato, a prati immensi di fiori di lenticchie di  Castelluccio oppure a sterminate pianure francesi colorate di lilla e riesco pure a sentire il profumo della lavanda!

La mia giornata inizia sempre con una lotta paurosa fra il letto e il pavimento, il letto rappresenta il sogno e il pavimento la realtà.

Una volta scesa dal letto e toccato con i piedi il pavimento ( rigorosamente con il piede destro, visto che sono pure mostruosamente superstiziosa) inizia il calvario, catapultata in un mondo che sento non appartenermi,  poichè tutti, e dico tutti ,siamo addestrati a fare o non fare determinate cose e pure io non faccio eccezione, addomesticata alla perfezione tanto da scindere Elisa in due parti: una perfettamente lucida e razionale , visibile al mondo intero e l’altra Elisa, niente sostanza, tutte bolle di sapone, leggere e colorate  che si lascia trasportare morbidamente dall’aria.

Ah ….  che bello quando qualcuno  mi chiede  che lavoro fai , pratichi sport, hai figli, cosa fanno nella vita, sei cattolica, quelle stupide domande da non fare mai, poiché siamo addestrati a rispondere fin da piccoli.

Rispondo con molta tranquillità ciò che vogliono che  io dica; oh si …. Faccio l’infermiera ed ho tre splendidi bambini , ma non sono cattolica praticante, ma rispetto tutte le religioni, non sono razzista e  bla bla…a quel punto il mio interlocutore si fa un’idea di me.

Io glielo lascio fare , sono stata addestrata anche per fare questo!

Ma nessuno è riuscito ad addomesticare l’altra Elisa, eh cazzo!

Sono concentratissima in corsia, somministro da anni terapie e faccio medicazioni , ho transitato da un reparto all’altro senza difficoltà alcuna, faccio un buon servizio e sono stimata dai medici e pure dal primario che mi ha proposto come caposala al reparto di medicina. Tutto frutto del mio addestramento, ho avuto buoni precettori di vita, qualcuno direbbe, mentre  l’altra Elisa sbraita e vuole uscire fuori è recalcitrante ma l ‘infermiera la prende a calci e la rispedisce giù giù , lei non ha avuto nessun precettore , e vive allo stato brado , vorrebbe stare fuori più spesso, ma le convenzioni sociali la rilegano nel mondo parallelo.

Eh povera Elisa! Quante commedie  devi fare in questa vita e quante cazzate devi ascoltare, per fortuna ogni tanto  fai  capolino e dai corpo  e parola  ai peggiori istinti  nascosti, come quel bel vaffanculo servito su un piatto d’argento  a quel cretino che ti ha preso per il culo diversi anni; oppure quel si poco probabile detto dopo 2  birre a  quel bel ragazzo .

“E  so soddisfazioni “ ….dicesti prima che l’altra iniziasse il turno  di notte all’ospedale!

 

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